Roberto Bacci crea per Cacá Carvalho un abisso della vita quotidiana. 2×2=5, tratto da Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij, è il racconto della bellezza nascosta nelle ignominie di un ‘topo’ avvolto nella sua vestaglietta lercia, che visto da fuori può sembrare un folle, un malato. Un nuovo alfabeto fisico e vocale per toccare l’anima di quest’Uomo e di ogni altro sottosuolo al mondo.
Trama
Inconfondibilmente dostoevskiana è la voce che procede allo scandaglio dell’animo umano senza risparmiarsi nulla e senza indietreggiare davanti alle verità più amare. Con i suoi tratti ampiamenti autobiografici, il protagonista delle memorie è un uomo timido, senza risorse e protezioni, che la brutalità della vita sociale respinge nel sottosuolo. Eccessivamente riflessivo, troppo impegnato a ricercare la causa prima del suo agire, è quindi afflitto da una sostanziale indolenza, tutto il contrario degli uomini cosiddetti d’azione, che riescono a imporsi delle mete e a seguirle fino in fondo.
A un uomo siffatto non resta che cercare uno sfogo provvisorio tormentando chi sta ancora più in basso di lui: Liza, misera prostituta alle prime armi, incontrata in una sera di neve bagnata. Questo, però, non gli impedisce di sentirsi comunque umiliato dall’atteggiamento di lei di fronte ai suoi trancianti monologhi. Lo stesso accade con il suo servo, Apollon: anche lui, come i colleghi di lavoro, è disprezzato dall’uomo del sottosuolo, ma anche nei suoi confronti questi si sente spesso inferiore.
Note di regia
“Ospiti nel sottosuolo del protagonista, sia fisico che drammatico, ci occorre affrontare le parole di Fëdor Dostoevskij per quello che possono richiamare di noi stessi. Nel nostro esistere quotidiano, dove la cultura produce sempre un 4 moltiplicando un 2×2, lasciamo che, almeno questa volta, 2×2 possa essere 5.”
Roberto Bacci