CIRINO E MARILDA NON SI PUÒ FARE

15 Mar 2016 - 24 Mar 2016
Anna Marchesini
di Anna Marchesini
musiche eseguite dal vivo da AIRE DE MAR
chitarra Martin Diaz
sax e flauto Marco Collazzoni
percussioni Saverio Federici
abito di scena Maison Gattinoni
produzione Marisa Srl
Orari da martedì a sabato: 20.45; domenica: 15.45.
Giorno di riposo: 21 marzo.
La durata dello spettacolo è di un'ora e venti minuti, atto unico.
Quando:
15/03/2016 - 20:45–22:00
2016-03-15T20:45:00+01:00
2016-03-15T22:00:00+01:00

Un grande ritorno sul palco della Pergola. A dieci anni da La cerimonia del massaggio di Alan Bennett, Anna Marchesini narra le avventure del professor Cirino Pascarella e di Marilda, single quarantenne che mamma Olimpia vuole vedere accasata proprio con il timido professore. Accompagnata dalla musica del trio AIRE DE MAR, Marchesini conferma con Cirino e Marilda non si può fare le sue doti di grandi affabulatrice, partendo da un testo scritto appositamente per il teatro e tratto dal suo libro Moscerine – la scrittura è felicità.

Trama
Il professore Cirino Pascarella è un universo sognato più che vissuto, una sorta di testimone solitario che sembra venire sempre da lontano e di non stare mai dove gli accade di trovarsi.
In contrasto con il professore, la signora Olimpia tenutaria della Pensione Smeraldo dove il professore vive in una non ben identificata città portuale. Olimpia è portatrice di tutto il senso comune e popolare, totalmente incapace di decifrare i comportamenti e i modi del professore, unicamente interessata, invece, a sistemare la figlia Marilda, ormai quasi quarantenne, senza tuttavia riuscire mai nemmeno a procurare un approccio col nostro, tanto più che il professore mostra di essere lontanissimo e immune da qualsiasi fascinazione femminile. Ma Cirino Pascarella è un’incantevole figura candidata a essere completamente travolta, ahinoi, da quel clamore, quella turbolenza di emozioni da cui ha sempre procurato di tenersi distante.

Note di regia
Cirino e Marilda sono due mondi, due voci, si incontrano quasi esclusivamente al di qua e al di là della porta della stanza 12; quella porta come un diaframma separa a malapena, senza proteggerlo, lo spazio buio abitato dal professore dalla piena molesta e incontinente della Olimpia, che pare tracimare a ogni istante e travolgerlo; se non fosse che il nostro tutte le sere se ne va così lontano… ma in un inconfessabile così lontano…” Anna Marchesini