Teatro Niccolini
25 Gen 2017 - 29 Gen 2017
di Dino Buzzati
con (in ordine alfabetico) Alessandro Dinuzzi, Simone Faloppa, Emanuele Fortunati, Aldo Gentileschi (fisarmonica), Marina La Placa (theremin), Marco Morellini, Roberto Petruzzelli, Stefano Scandaletti, Paolo Valerio
adattamento teatrale e regia Paolo Valerio
movimenti di scena Monica Codena
scene Antonio Panzuto
video Raffaella Rivi
costumi Chiara Defant
musiche originali Antonio Di Pofi
luci Enrico Berardi
immagini e proiezioni tratte dai quadri di Dino Buzzati
dedicato ad Almerina Buzzati
direttore di scena Federico Rossi
macchinista Paolo Gazzara / Roberto Rossetto
elettricista Alberto Costantini
audio / video Matteo Chiochetta
sarta Sara Gicoradi
foto Serena Pea
realizzazione costumi - laboratorio sartoria Chiara Defant
scene Opificio Creativo
produzione Teatro Stabile del Veneto
sede dello spettacolo Teatro Niccolini | Via Ricasoli, 3 - Firenze
Orari dal martedì al venerdì ore 21.00
sabato ore 19.00
domenica ore 16.45

Lo spettacolo ha una durata di un'ora e 30 minuti, atto unico.
Prezzi Intero
Platea / Palco I ordine 24€
Palco II e III ordine 20€

Ridotto OVER 60 / UNDER 26 / Soci Unicoop Firenze
Platea / Palco I ordine 21€
Palco II e III ordine 18€
Quando:
25/01/2017 - 21:00–22:00
2017-01-25T21:00:00+01:00
2017-01-25T22:00:00+01:00

Nel 2015 Andrea Macaluso curò alla Pergola la lettura integrale de Il Deserto dei Tartari. Paolo Valerio incontra ora il romanzo di Buzzati in un adattamento che sceglie di identificare ogni personaggio con il protagonista seguendone non solo l’invecchiamento, ma anche le emozioni che con il passare del tempo si modificano in lui come in ognuno di noi: dalla partenza fiduciosa, all’attesa, alle delusioni, al sorriso del finale.

Tutti gli attori aspettano e affrontano i loro Tartari, e tutti gli spettatori sono Drogo.

Una produzione Teatro Stabile del Veneto.

Trama

La fuga dal tempo è il tema portante de Il deserto dei Tartari, come ebbe ad affermare l’autore Dino Buzzati, che lo definì “il libro della mia vita”. Oppresso dalla monotona routine redazionale notturna al ‘Corriere della sera’, lo scrittore venne assalito dall’idea che avrebbe consumato inutilmente l’esistenza incasellato negli orari della città: un sentimento comune alla maggioranza degli uomini.

La Fortezza Bastiani, dove il giovane e speranzoso Giovanni Drogo viene distaccato, è un luogo ai confini del mondo, sospeso tra sonno e veglia, un avamposto pressoché dimenticato, che vincola tutti a sé. I militari scrutano l’orizzonte nella perenne attesa del sopraggiungere di un ignoto nemico, imprigionati in un’ossessione metafisica in cui si fondono il desiderio di eroismo e la necessità dell’uomo di dare un senso alla propria esistenza.

Note di regia

La mia scelta è stata quella di non avere un unico protagonista: tutti gli attori saranno i Drogo, seguendo non solo l’invecchiamento del protagonista, ma seguendo le emozioni che il passare tempo si modificano in Drogo come in ognuno di noi: dalla partenza fiduciosa all’attesa, alle delusioni, al sorriso del finale. Tutti gli attori aspetteranno ed affronteranno i loro Tartari, e così anche tutti gli spettatori saranno Drogo. Avrà un ruolo importante anche la parte più letteraria del romanzo con l’intenzione di portarne in scena i momenti più descrittivi e poetici, attraverso le parole meravigliose di questo testo, e le immagini del pittore Dino Buzzati. «Il deserto è un libro da leggere due volte: la prima per non capire nulla fino all’epilogo e lasciarsi sorprendere (l’effetto che Buzzati ricercava), la seconda per ricucire le trame e riconoscere a ritrovo le tante premonizioni. La vicenda è circolare e alla fine tutto torna.» (Cit. Lucia Bellaspiga) Vorrei che questo spettacolo fosse una terza lettura possibile dell’infinito Dino Buzzati”.

Paolo Valerio