PRIMA NAZIONALE
Spettacolo in francese con sopratitoli in italiano
Una donna si trova faccia a faccia col proprio travolgente bisogno di rivoluzione. Ha voglia… di un incontro? Le sue fantasie diventano azione e attraversa delle metamorfosi, incarnando voci di poetesse francesi radicate nella storia. Viaggia, l’anima ubriaca, nella materia dei suoi sogni, desideri, sensualità, diventando attrice dei suoi bisogni generativi. Sbarazzandosi delle convenzioni e nell’anonimato, invoca un mondo dove l’uomo e la donna esistono come uno. La sua ora fugace si muta in arma, con cui si confronta e si domanda: quale rivoluzione mi porterà al paradiso, pur restando ancora in piedi nei miei stivali?
Successe un po’ di tempo fa, nel cuore di un pomeriggio estivo, mentre mio marito stava facendo il suo sonnellino, che una fantasia mi invase. Scivolai giù dal letto sul pavimento, consumata da un bisogno astratto, ma vitale. Un bisogno che sembrava essere rimasto sepolto in profondità. Seduta sul pavimento, mi trovai tra le mani un libro di poesie che mi aveva accompagnato per un po’ di tempo. Incominci ai a leggere. […]
C’è la possibilità che, qui, la finzione serva più che la realtà. […] Dunque, c’era una volta una donna, Madame M. M., perché il suo nome poteva essere quello di una donna o di un’altra. E M. sta anche per Mélusine, che significa Meraviglia o foschia marina. In una bella sera d’estate, Madame M. passeggiava in una vasta foresta. Non aveva nessun particolare desiderio, come fosse immersa in un profondo sonno. Improvvisamente vide in lontananza una fontana.[…] Nei cespugli lì vicino si poteva udire il sibilo di un serpente. Ci sono sempre dei serpenti vicino a queste fontane. […]
Madame M. si immerse completamente nella fontana. Fino all’ombelico aveva l’aspetto di una donna, e si pettinava i capelli. Ma l’intera parte inferiore del suo corpo, al di sotto dell’ombelico, aveva la forma di una coda di serpente, della grandezza di una barile di aringhe, e di straordinaria lunghezza. […] Appena volse lo sguardo verso l’acqua spumeggiante, asperse il suo amante invisibile. […]
Focused Research Team in Art As Vehicle
Focused Research Team in Art as Vehicle, sotto la guida di Thomas Richards, continua la ricerca nel campo dell’Arte come veicolo, una prassi che fin dagli inizi del Workcenter si è basata sul lavoro con antichi canti di tradizione. Arte come veicolo è un’investigazione sul modo in cui le arti performative possono essere strumento di trasformazione della percezione e della presenza dell’artista, e mezzo per il risveglio di aspetti sottili dell’esperienza attraverso il lavoro su flussi strutturati di azione e canto. È una ricerca a lungo termine che richiede un lavoro disciplinato e svolto con dedizione da parte di tutte le persone coinvolte, con l’intenzione di entrare in contatto con fonti profonde, e di muoversi con esse verso ciò che Grotowski e Richards chia mano “trasformazione di energia”. L’arte come veicolo è un campo in cui l’artista-performer lavora sul ricco potenziale di esperienza racchiuso nel momento presente, per se stesso e con gli altri. Attualmente, Focused Research Team in Art as Vehicle esplora sia il modo in cui le potenzialità invocate in questo territorio artistico possano esistere all’interno di diversi tipi di eventi performativi, che il modo in cui queste potenzialità possono esistere all’interno della vita quotidiana e in relazione con essa. Viene investigata la maniera in cui questi atti performativi possono servire da ponte verso un’apertura della percezione non solo nel contesto dell’atto di per sé, ma anche nelle nostre esperienze ed interazioni quotidiane.
Il Focused Research Team in Art as Vehicle è:
Antonin Chambon (France), Benoît Chevelle (France), Jessical Losilla Hébrail (France), Bradley High (Canada), Guilherme Kirchheim (Brazil), Sara Montoya (Colombia), Tara Ostiguy (Canada), Cécile Richards (Belgium) e Thomas Richards (USA).