IL BORGHESE GENTILUOMO

Massimo Venturiello
28 Feb 2012 - 4 Mar 2012
Di Molière
Con Camillo Grassi, Franco Silvestri, Elena Jadore Braschi, Dario Ciotoli,Elisa Smerilli, Mimmo Padrone, Gennaro Cuomo, Francesco Colapietro
Scene Alessandro Chiti
Costumi Santuzza Calì
Musiche Germano Mazzocchetti
Disegno luci Umile Vainieri
Regia Massimo Venturiello
Produzione Antheia Produzioni con la collaborazione del Teatro dell'Aquila di Fermo
Quando:
28/02/2012 - 13:15–14:15
2012-02-28T13:15:00+01:00
2012-02-28T14:15:00+01:00

Con il Borghese Gentiluomo, Molière creò una novità assoluta, non è facile infatti trovare la giusta definizione per questo indiscusso capolavoro che, riduttivamente, viene definito una comédie-ballet. L’estrema libertà con cui l’autore tratta la vicenda, i toni farseschi, satireggianti, gli elementi fiabeschi, onirici, la prosa densa di ritmo, la tessitura musicale scritta da Jean-Baptiste Lully, la coreografia dei balletti, il tutto, è teso a una teatralità assoluta di grande effetto comico. Non ci saranno pertanto limiti geografici e temporali e l’azione si collocherà in una atmosfera visionaria (complice lo scenografo Alessandro Chiti e la costumista Santuzza Calì) che avrà un sapore napoletano-parigino, con tutto quello che ne consegue, dalla lingua parlata alla musica. In particolare le musiche originali di Germano Mazzocchetti, andranno in questa direzione e accresceranno l’ironia insita in tutto il lavoro, ricercando arrangiamenti e sonorità che spazieranno dal rinascimento alla sceneggiata napoletana. L’obiettivo che lo spettacolo vuole raggiungere è quello di costruire un prodotto fortemente popolare, nel senso più alto, capace cioè di coinvolgere e divertire lo spettatore, stimolandone una riflessione, attraverso il racconto di un microcosmo, nel quale, malgrado la lontananza temporale, è facile rispecchiarsi. Questo allestimento, che oltre a Massimo Venturiello e a Tosca, vede in scena un nutrito cast di attori, ballerini e cantanti, rappresenta inoltre una caparbia necessità di mettere in scena il ‘gran teatro’, a dispetto dei tagli e delle logiche di mercato dominanti, che inevitabilmente impongono agli enti privati una linea produttiva restrittiva.