improvvisamente, l’estate scorsa

3 Feb 2015 - 8 Feb 2015
di Tennessee Williams
con Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Cristian Giammarini, Corinna Austoni, Enzo Curcurù, Sara Borsarelli
scene Carlo Sala
costumi Ferdinando Bruni
luci Nando Frigerio
suono Giuseppe Marzoli
regia Elio De Capitani
produzione Teatro dell'Elfo
Durata dello spettacolo 1 ora e 50 minuti, atto unico
Orari da martedì a sabato: 20.45; domenica: 15.45
Quando:
03/02/2015 - 15:45–16:45
2015-02-03T15:45:00+01:00
2015-02-03T16:45:00+01:00

I personaggi di Tennessee Williams rappresentano un campionario di anime malate, di vittime senza eroismi, senza pietà o compassione. Così Improvvisamente, l’estate scorsa stigmatizza in modo estremo il miscuglio di perbenismo, pruderie ipocrita, sessuofobia paranoica della società americana. A cinquantasei anni dal debutto a Broadway, seguito dal film di Joseph Mankiewicz con Elizabeth Taylor e Katharine Hepburn, Elio De Capitani rilegge il testo di Williams in tutta la sua forza scenica, tra un realismo e un naturalismo a forte valenza simbolica, dentro una cornice grandiosa, nel giardino-giungla della signora Venable, creazione e lascito di suo figlio Sebastian, morto “improvvisamente, l’estate scorsa”. 

La storia
Catherine è una giovane donna che sembra impazzire dopo avere accompagnato suo cugino Sebastian in un viaggio in Europa, durante il quale egli era morto in circostanze misteriose. La madre di Sebastian cerca di occultare la verità a proposito dell’omosessualità del figlio e sulla sua morte, in quanto vuole che Sebastian sia ricordato come un grande artista. Minaccia quindi di far lobotomizzare Catherine per le sue confuse affermazioni su Sebastian…

Note di regia
“Improvvisamente l’estate scorsa è una creazione potente, molto coraggiosa, affascinante e significativa. […] E c’è l’ambizioso progetto di collocare le pulsioni vitali, esistenziali e sociali nell’allegorica visione della crudeltà del Creato, di cui l’essere umano eredita la spietatezza, vivendo dolorosamente in lotta con quel tremendo lascito, nel tentativo di trovare una via per appropriarsi di una propria minuscola ma significativa consapevolezza e libertà. Ho cercato di portare il più possibile alla luce questa intrigante visione a partire dalla forza dell’intuizione di Williams d’uno spazio scenico anomalo, una addomesticata zona di confine tra natura soggiogante e sforzo della civiltà per dominarla: un giardino-giungla che rimanda all’alba della creazione.
Elio De Capitani