Lontano dal voler esaurire in poco più di sessanta minuti un argomento vasto come la storia dell’arte occidentale dalle origini ai nostri giorni, La magia delle immagini si propone a un pubblico di ragazzi e adulti come un possibile ‘inizio’: un’introduzione al complesso mondo dell’arte, alla sua storia, ma soprattutto ai suoi processi formativi.
Lavoro ‘cult’ della Compagnia Piccoli Principi, mai rappresentato a Firenze.
Una produzione Compagnia Piccoli Principi, Scandicci Cultura Istituzione Servizi Culturali Comune di Scandicci, Ville de Saint-Etienne:Esplanade Jeunes Publics et Musée d’Art Moderne, Massalia Théâtre de Marionnettes / Système Friche Théâtre, con il sostegno della Regione Toscana.
Trama
Uno strano conferenziere, racconta la storia delle immagini dal tatuaggio preistorico alla Body Art, cercando di dare risposte semplici a tanti possibili quesiti: Perché gli egizi dipingevano in quel modo? Cos’è la prospettiva scientifica? Cosa rappresenta la pittura astratta? Una trattazione ricca di colpi di scena: leggera, a tratti ironica, altre volte densa di atmosfere sospese, persino inquietanti, a suggerire quanto alla radice del processo di formazione dell’opera d’arte ci siano questioni che non si possono spiegare, misteriose, “magiche”.
Spettacolo “cult” della Compagnia, 400 rappresentazioni in Italia, Francia, Belgio, presentato al Musée d’Orsay di Parigi, al Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne, premiato al festival internazionale Momix di Kingersheim in Francia, standing ovation a Torino alla Casa del Teatro Ragazzi, mai rappresentato a Firenze.
Note di regia
“Ho voluto riproporre il binomio ‘didattica-arte’, rivisitandolo alla luce delle nuove esperienze che in questi ultimi anni hanno nutrito le due discipline. Sono convinto che miscelare il piacere dell’apprendere al gusto per l’indefinito possa ancora oggi avere effetti devastanti, in una società che sembra da più parti riaffermare principi che credevo superati: valori che hanno fatto del sapere un lusso e dell’apprendere un dovere («Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?» si chiedeva Rodari). Questo mio lavoro lo dedico ai miei maestri: a tutti quegli insegnanti che hanno saputo lasciare in me, assieme all’amore per la materia, una non meno importante traccia di loro stessi.”
Alessandro Libertini
Spettacolo consigliato per tutti a partire dagli 8 anni