Teatro Niccolini
29 Dic 2016 - 5 Gen 2017
Alessandro Benvenuti
di J.B.P. Molière
libero adattamento, ideazione spazio, costumi, regia Ugo Chiti
con (in ordine di apparizione) Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Gioffreda, Desirée Noferini
ricerca e realizzazione costumi Giuliana Colzi
luci Marco Messeri
musiche Vanni Cassori
aiuto regia Chiara Grazzini
macchinista Nicola Monami
elettricista Francesco Peruzzi
materiale elettrico Watt Studio
foto Carlotta Benvenuti
produzione Arca Azzurra Teatro
con Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Regione Toscana - Comune di San Casciano Val di Pesa
in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi
si ringrazia ARTEATRO GRUPPO - Montepulciano
sede dello spettacolo Teatro Niccolini | Via Ricasoli, 3 - Firenze
Orari dal martedì al venerdì ore 21.00.
sabato ore 19.00. Sabato 31 ore 21.15.
Riposo domenica 1 e lunedì 2.

La durata dello spettacolo è di 2 ore e 15 minuti, intervallo compreso.
Prezzi Intero
Platea / Palco I ordine 24€
Palco II e III ordine 20€

Ridotto OVER 60 / UNDER 26 / Soci Unicoop Firenze
Platea / Palco I ordine 21€
Palco II e III ordine 18€

Prezzi 31 dicembre:
I° Settore: 48€
II° Settore: 40€
Galleria scarsa visibilità: 16€
Quando:
29/12/2016 - 21:00–22:30
2016-12-29T21:00:00+01:00
2016-12-29T22:30:00+01:00

L’Avaro di Molière, adattato e diretto da Ugo Chiti, è amaro e irresistibilmente comico, un’opera di bruciante modernità, con protagonista Alessandro Benvenuti.

Questa commedia riesce a essere un classico immortale e nello stesso tempo a raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni.

Una produzione Arca Azzurra Teatro in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi.

Trama

L’Avaro è uno spaccato familiare e sociale. Arpagone è un capofamiglia balordo, taccagno e tirannico come tanti altri, circondato da un amabile e canagliesco intrigo di servi e di innamorati. Poi Arpagone viene derubato e l’avarizia cessa di essere un tic, una deformità, uno spunto di situazioni farsesche. La diagnosi investe la psicologia di chi ha subíto un furto, di chi è stato defraudato di un oggetto di passione affettiva ed esclusiva, della sua unica ragione di vita. Proprio la fissazione affettiva di Arpagone su un oggetto miserabile sollecita un’equivoca, ma profonda partecipazione emotiva: l’avarizia redime l’avaro.

L’Avaro è una delle commedie molieriane che presuppongono uno spaccato familiare, una ‘casa’; ma la ‘casa’ di Harpagon è anche un luogo rigorosamente finto, esplicitamente e spudoratamente teatrale. Una casa che potrebbe essere, una metafora del teatro coi suoi prodigi, le sue inverosimiglianze e la sua cartapesta. Non una vera casa borghese, dove la luce filtra dalle imposte socchiuse, meridiana o mattutina ma comunque naturale; bensì una casa dove tutto si svolge a lume di candela (non fosse l’avarizia), anche se è giorno.

Note di regia

Il nostro Avaro occhieggia a Balzac senza dimenticare la commedia dell’arte intrecciando ulteriormente le trame amorose in un’affettuosa allusione a Marivaux. Contaminazioni a parte, Arpagone resta personaggio centrale assoluto mantenendo quelle caratteristiche che da sempre hanno determinato la sua fortuna teatrale, si accentuano alcune implicazioni psicologiche, si allungano ombre paranoiche, emergono paure e considerazioni che sono più rimandi al contemporaneo. La ‘parola’ è usata in maniera diretta, spogliata di ogni parvenza aggraziata, vista in funzione di una ritmica tesa ad evidenziare l’aggressività come la ‘ferocia’ più sotterranea della vicenda”.

Ugo Chiti

ESAURITA REPLICA 31 DICEMBRE

Si comunica che la data del 31 dicembre de L’avaro al Teatro Niccolini è esaurita.