Dopo i successi di Erano tutti i miei figli e Il giardino dei ciliegi, Giuseppe Dipasquale dirige L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello, nell’interpretazione di Geppy Gleijeses e Marianella Bargilli, a loro volta reduci dai grandi esiti di Miseria e nobiltà, A Santa Lucia e L’importanza di chiamarsi Ernesto (con Lucia Poli). Con loro in scena, nel ruolo del Capitano Perella, Marco Messeri, che figurò nella compagnia de Il Pigmalione, uno dei più grandi successi della ditta ‘Gleijeses-Bargilli’. Messeri, vincitore di Nastri d’Argento e Ciak d’Oro, torna al teatro dopo qualche anno.
Trama
L’uomo è la prima maschera, quella del professor Paolino che nasconde sotto il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella, che indossa la maschera della virtù: quella cioè di una morigerata e pudica madre di famiglia praticamente abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente con la maschera della bestia: convive con una donna a Napoli e, nelle rare occasioni in cui incontra la moglie rifiuta, con ogni pretesto, di avere rapporti con lei. La commedia in maschera potrebbe proseguire con piena soddisfazione di tutti se il destino e il caso non intervenissero a far cadere le false apparenze. La signora Perella rimane infatti incinta a opera del professor Paolino che dovrà, al di là di ogni morale, rimettere in piedi l’ipocrita buon ordine borghese: dovrà convincere tutti che la signora Perella è rimasta incinta in una delle rare occasioni dal marito e quindi dovrà far sì che il recalcitrante capitano abbia almeno un rapporto sessuale con sua moglie.
Note di regia
“L’uomo, la bestia e la virtù è una delle satire più dure contro l’umanità e i suoi astratti valori. Tutti i personaggi sembrano farsi guidare da un meccanismo artificiale, vivendo un’esistenza di marionette, dove ognuno porterà in faccia la sua maschera: la maschera così cara a Pirandello.”
Geppy Gleijeses