Teatro Romano di Fiesole
19 Giu 2015 - 20 Giu 2015
Gabriele Lavia
di Euripide
traduzione Maria Grazia Ciani
adattamento Gabriele Lavia
con Federica Di Martino, Daniele Pecci, Angiola Baggi, Umberto Ceriani, Pietro Biondi, Gabriele Anagni, Sofia De Angelis, Camilla Giardini e con Silvia Biancalana, Maria Laura Caselli, Claudia Crisafio, Flaminia Cuzzoli, Giulia Gallone, Silvia Maino, Diletta Masetti, Katia Mirabella, Sara Missaglia, Francesca Muoio, Marta Pizzigallo, Malvina Ruggiano, Anna Scola, Lorenza Sorino
scenografia Alessandro Camera
costumi Alessio Zero
musiche Giordano Corapi
luci Michelangelo Vitullo
regia Gabriele Lavia
assistente regia Giovanna Guida
assistente scenografia Roberta Montemale
produzione Fondazione Teatro della Toscana e Teatro Stabile di Napoli
durata 1 ora e 20 minuti circa, atto unico
Orari 21.15
Prezzi biglietti a posto unico: intero € 24; ridotto € 20 (under 26, over 60, abbonati Teatro della Pergola) e € 16 (soci Unicoop Firenze, valido solo per la data del 20 giugno 2015)
Quando:
19/06/2015 - 21:15–23:15
2015-06-19T21:15:00+02:00
2015-06-19T23:15:00+02:00

PRIMA NAZIONALE

Dopo aver aiutato il marito Giasone e gli Argonauti a conquistare il vello d’oro, Medea si trasferisce a Corinto con il consorte e i due figli. Dopo alcuni anni però Giasone decide di ripudiarla per sposare la figlia di Creonte, re di Corinto, acquisendo così il diritto di successione al trono. Medea, dopo un lungo lamento con il coro delle donne corinzie, scaglia maledizioni sulla casa reale e medita un terribile piano di vendetta…

Note di regia

Medea è più vicina all’essenza del teatro di qualunque testo più recente o, addirittura, attuale. Medea, che si ripete sempre la stessa e mai uguale (poiché cambiano gli attori) è contemporanea e mette in crisi o denuncia una certa attualità di oggi, svelandone l’inconsistenza o, talora, la falsità. Che cosa è contemporaneo nell’antichissimo? Proprio il fatto che qualcuno lo ripeta. E per ripetere bisogna apprendere. Sembra un’assurdità, eppure c’è un “accordo speciale” tra l’antichissimo e il contemporaneo, proprio perché così discordanti e opposti.”

Gabriele Lavia