PRIMA NAZIONALE
Dopo aver aiutato il marito Giasone e gli Argonauti a conquistare il vello d’oro, Medea si trasferisce a Corinto con il consorte e i due figli. Dopo alcuni anni però Giasone decide di ripudiarla per sposare la figlia di Creonte, re di Corinto, acquisendo così il diritto di successione al trono. Medea, dopo un lungo lamento con il coro delle donne corinzie, scaglia maledizioni sulla casa reale e medita un terribile piano di vendetta…
Note di regia
“Medea è più vicina all’essenza del teatro di qualunque testo più recente o, addirittura, attuale. Medea, che si ripete sempre la stessa e mai uguale (poiché cambiano gli attori) è contemporanea e mette in crisi o denuncia una certa attualità di oggi, svelandone l’inconsistenza o, talora, la falsità. Che cosa è contemporaneo nell’antichissimo? Proprio il fatto che qualcuno lo ripeta. E per ripetere bisogna apprendere. Sembra un’assurdità, eppure c’è un “accordo speciale” tra l’antichissimo e il contemporaneo, proprio perché così discordanti e opposti.”
Gabriele Lavia