Il mercato della carne è un testo ispirato a “Bassifondi” di Maksim Gorkij, l’opera più spiazzante e allucinata dell’autore russo.
Tutto accade nella sala d’attesa di un Centro per l’impiego, uno dei tanti del nostro paese, in un futuro prossimo non meglio identificato. In questo limbo in cui la speranza in un futuro migliore si mescola alla rabbia di un presente senza dignità, un giovane chiamato il Caporale ha creato un sistema clandestino di privilegi e raccomandazioni a pagamento per far ottenere un colloquio di lavoro a chiunque sia disposto a pagare. Ma questo colloquio non arriva e il prezzo dell’attesa diventa sempre più alto. Qual è il costo etico, emotivo e politico del dover crescere in un mondo che appare senza prospettive?
Lo spettacolo, con ironia caustica e sprazzi d’insospettabile tenerezza, è una radiografia onirica del lato oscuro di una possibile generazione futura, nata orfana dei grandi miti e alla ricerca di nuovi eroi.