Virgilio Sieni dirige la sua Compagnia ed elementi dell’ Accademia sull’arte del gesto nel Prélude à l’après-midi d’un faune (Preludio al pomeriggio di un fauno) di Claude Debussy. Un ciclo di danze sulla diversità del corpo nel suo evolversi selvaggio. Gli interpreti sono smisuratamente diversi l’uno dall’altro, nell’età e nelle capacità fisiche e amano ritrovarsi in questo cammino.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana, Compagnia Virgilio Sieni.
Il desiderio di danzare è, come scrive Giorgio Agamben a proposito dello “scrivere”, un pretesto, certamente per conoscersi di più. L’idea del fauno scorre adiacente a risonanze agresti dell’infanzia, fatte di scarti, momenti di sosta e d’appostamento: rivelazioni che hanno la logica di percuotere ancora, come una profonda meditazione, il corpo. A ben pensare questa esistenza (il fauno) posta sulla soglia penetra il mondo e il mistero di esistere. Le sostanze della luce (la luce) e con essa la natura del corpo custode dei greggi composti di figure bisognose di soccorso (l’umano e l’animale), ci guidano in un cammino ripartendo dal primo passo. Il fauno c’introduce a due viaggi che risuonano l’uno nell’altro, uno più visibile e l’altro nascosto: non il prima e il dopo dell’azione ma l’esserci del corpo nel nascosto dell’anima, il gesto che si forma e la natura dell’energia che lo crea. Il fauno è bravo a cogliere la natura scomparsa alla vista raccogliendola accucciata tra una giuntura e un respiro, corteggiando pazientemente l’uomo in attesa del risveglio. Il Fauno, dio della campagna, dell’agricoltura, Satiro, nell’Eneide, sposo di Marica, divinità delle acque, forza generatrice tra l’uomo e l’animale, abita in noi e continuamente ci sfugge e la sua potenza scatenante e posata sta nel primo luogo dell’amore, nel darsi alla conoscenza.
Per informazioni sulle modalità di ingresso scrivere a cango@sienidanza.it oppure a pubblico@teatrodellapergola.com