I Concerti per due, tre e quattro pianoforti
Mentre appassiona sempre nuove generazioni di ascoltatori, la musica di Bach continua ad interrogarci profondamente: tutti coloro che compiono un percorso di apprendimento si confrontano con questo linguaggio, e ne ricevono ineguagliabili stimoli tecnici ed intellettuali.
Per questo non abbiamo voluto lasciarci sfuggire l’occasione di suonare Bach insieme, coinvolgendo i giovani e talentuosi musicisti fiesolani in un’impresa di non frequente realizzazione, che spesso è scoraggiata dall’impaccio organizzativo costituito dal moltiplicarsi delle tastiere.
Questi concerti videro la luce negli anni in cui Bach diresse a Lipsia il Collegium Musicum (1729-1741), società di studi musicali fondata da Georg Philipp Telemann nel 1702, che offriva regolari occasioni di ascolto ad un uditorio borghese raccolto presso il Caffè Zimmermann; metabolizzati i modelli italiani del concerto solistico, Bach inventa un nuovo spazio per la tastiera, che dalla funzione di basso continuo è promossa ad un ruolo solistico, complice la presenza a Lipsia dei numerosi e bravissimi figli musicisti e del valente allievo Johann Ludwig Krebs.
Bach riutilizza in quasi tutti questi Concerti materiali di precedenti lavori, suoi e di altri (così ad esempio il Concerto in do minore BWV 1062 è una trascrizione del Concerto in re minore BWV 1043 per due violini, mentre il Concerto in la minore BWV 1065 è una rielaborazione del Concerto op. 3 n. 10 per quattro violini di Vivaldi): questa disinvoltura nell’uso delle partiture ci pare un invito ad essere altrettanto liberi, e non rinunciare alle risorse timbriche e alle potenzialità espressive che il progresso tecnico nella costruzione degli strumenti a tastiera consegna ai pianisti di oggi.
Ringraziamo tutti gli esecutori, che con la loro partecipazione gratuita rendono possibile la realizzazione del concerto, e il Teatro della Toscana che ci accoglie in questo centralissimo e storico spazio teatrale, di recente restituito alla città.
Andrea Lucchesini