Ovvero come un ricco suddito resta sempre un suddito
Fantasmagoria da Heinrich e Thomas Mann in salsa brechtiana
PRIMA NAZIONALE
Dopo l’“introibo fiorentino” di febbraio 2016, ritorna al Teatro Niccolini il progetto Carissimi Padri… Almanacchi della Grande Pace (1900-1915), progetto annuale dedicato all’esplorazione, condivisa con la città di Firenze, delle ragioni (o piuttosto delle follie) che un secolo fa condussero l’Europa nel gorgo autodistruttivo della Grande Guerra. Nuova tappa la ‘mise en espace’ I pugni ricolmi d’oro ovvero come un ricco suddito resta sempre un suddito, una fantasmagoria da Heinrich e Thomas Mann in salsa brechtiana.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.
Trama
Il lavoro è volto a indagare – con lo sguardo ironico e sempre tagliente di certo teatro didattico di brechtiana memoria – i bizzarri e spietati dispositivi storico-sociali grazie a cui, agli albori del XX secolo, il vecchio Continente, per quanto lanciato verso traguardi mirabolanti nel campo economico e culturale, si ritrovò a essere (mal) governato da improbabili ministri e imperatori, siccome da altrettanto grotteschi “sudditi” di rango.
Ripercorrendo alcuni momenti salienti della vicenda di Diederich Hessling, protagonista del romanzo satirico Il suddito di Heinrich Mann (parabola al negativo del peggior ‘self-made man‘ primonovecentesco, ma perfetto prodotto dei lati sciocchi e più vacui della belle époque), riletto alla luce delle ‘impolitiche’ riflessioni di un altro Mann, ovvero Thomas (fratello minore e avversario del primo), la mise en espace gioca a mettere in luce quei tragicomici meccanismi di affermazione del potere e costruzione del consenso che, cent’anni or sono, furono fatali all’Europa. D’altronde, osservare gli errori di ieri è un modo per riflettere (con opportuno straniamento) sui pericoli, assai simili, con cui, mutatis mutandis, siamo chiamati a confrontarci oggi.
Per stare ancora con il ‘povero B.B.’: a guardare le cose lontane si vedono meglio quelle vicine…
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