Quello che non ho è un affresco che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza nel futuro. Ispirazione principale di questo percorso intrapreso da Neri Marcorè, diretto da Giorgio Gallione, sono le canzoni di Fabrizio De Andrè, suonate e cantate dal vivo con l’aiuto tre chitarristi/cantanti.
Le storie emblematiche di De Andrè, quasi parabole del presente, nuove utopie di civile indignazione, s’incrociano con le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, che raccontano di una “nuova orrenda preistoria”, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea.
Una produzione Teatro dell’Archivolto.
Trama
Viaggiando “in direzione ostinata e contraria”, si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella (?!) dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.
Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da 300 anni! Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”.0
Note di regia
“Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con Quello che non ho siamo di fronte a un reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato, le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album Le nuvole) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico La rabbia), prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali”.
Giorgio Gallione
EVENTO DI DEGUSTAZIONE DISTILLERIE NONINO
In occasione dello spettacolo Quello che non ho, si terrà un evento di degustazione delle Distillerie Nonino ideato dalla Fondazione Teatro della Toscana attraverso The Other Theater, la realtà dedicata al marketing esperienziale e relazionale che apre la porta dei teatri della Fondazione a collaborazioni di eccellenza e innovazione.
Sabato 11 marzo | ore 19
Bar del Teatro della Pergola (Via della Pergola, 22 – Firenze)