Il sogno di un uomo ridicolo

13 Ott 2017 - 5 Nov 2017
Gabriele Lavia
di Fëdor Dostoevskij
e con Lorenzo Terenzi
regia Gabriele Lavia
produzione Fondazione Teatro della Toscana
Quando:
13/10/2017 - 20:45–21:45
2017-10-13T20:45:00+02:00
2017-10-13T21:45:00+02:00

TOURNÉE

Pavia Teatro Fraschini 13 – 15/10/2017
Sondrio Teatro Sociale 16/10/2017
Lugano Lac Teatro 24 – 25/10/2017
Faenza Teatro Masini 27 – 29/10/2017
Bari Teatro Abeliano 2 – 5/11/2017

Dostoevskij concepisce Il sogno di un uomo ridicolo come un racconto fantastico, scritto intorno al 1876 e inizialmente inserito nel Diario di uno scrittore. Storia di un uomo che ripercorre la sua vita e le ragioni  per cui si è sempre sentito estraneo alla società. Deciso a uccidersi, invece si addormenta davanti alla pistola carica e inizia un sogno straordinario che lo porta alla scoperta della ‘verità’. Approda in un altro pianeta, dove gli abitanti sono puri e innocenti, e in quella purezza lui per la prima volta non viene additato come ridicolo. Il suo arrivo però contamina la popolazione che in poco tempo acquista tutti i difetti “umani”.

Il testo si rivolge, dietro la finzione letteraria, alla società intera e ne denuncia i vizi che la allontanano dalla felicità fondata semplicemente sull’amore e sulla solidarietà, al posto dell’avidità e dell’egoismo. Sulla condivisione incondizionata anziché sulla presunzione della scienza che solo teorizza le leggi della felicità. E questa idea di felicità ci riporta al messaggio evangelico – di puro amore -, di Cristo, al di là di ogni religione e prima di ogni potere.

Gabriele Lavia racconta che in più momenti della sua carriera si è trovato a confrontarsi con questo testo: “La prima volta lo lessi a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore”, ricorda: “ Oggi è passata una vita e il Sogno è quasi un’ossessione. Voglio farne un dono alla città di Firenze per festeggiare la nascita del Teatro nazionale di Toscana”, aggiunge.  “Il sogno di un uomo ridicolo è forse la più sconcertante opera di Dostoevskij”, spiega ancora Lavia: “Narra la situazione paradossale di un uomo che, decidendo di suicidarsi, si addormenta davanti la rivoltella e sogna il suicidio e la vita dopo la morte”.