ANTEPRIMA NAZIONALE
Storia del soldato di Igor Stravinsky, regia e ideazione progetto di Maddalena Maggi, racconta di un soldato che marcia incessantemente e incontra il Diavolo, la perdita della sua identità, la ricchezza, l’illusione dell’amore. Una storia universale, che riguarda tutti i militari e tutti gli uomini provati da un fato avverso, con suoni che appartengono a una memoria primordiale, una partitura di inequivocabile ispirazione colta e occidentale.
Paolo Mieli introduce, contestualizzando storicamente la nascita di un’opera che seppur scritta cento anni fa conserva una morale e dei sentimenti ancora oggi tragicamente attuali. Iaia Forte interpreta il narratore – diavolo, Guido Targetti è il soldato, la direzione musicale è del Maestro Mario Tronco che dirige dal vivo L’Orchestra di Piazza Vittorio.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana, con il sostegno di Banca Intesa Sanpaolo e il patrocinio del Ministero della Difesa, nel centenario della Prima Guerra Mondiale e della creazione della Histoire du soldat, l’opera da camera composta da Igor Stravinsky nel 1918 su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz.
Igor Stravinsky nel 1918, accerchiato dalla guerra e dalla Rivoluzione Russa, esule in Svizzera in avverse condizioni economiche, insieme allo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz inventa uno spettacolo povero, itinerante, ispirato alle fiabe popolari russe di Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev pubblicata fra il 1855 e il 1864. Queste favole, di tradizione orale, risalgono presumibilmente al periodo della guerra russo-turca (1827-1829) e al relativo reclutamento forzato imposto dallo zar Nicola I (1825-1855) per far fronte alle esigenze del conflitto. Nasce così Histoire du soldat opera da camera che si staglia tra le numerose rivoluzioni artistiche suscitate dalla Prima Guerra Mondiale. La storia raccontata è una variante della leggenda di Faust: i sentimenti e la morale che pervadono questi racconti hanno un carattere così universale e umano che possono riferirsi a tutti i paesi. Per questo, Stravinsky decide che il libretto della Histoire, scritto da Ramuz in francese, possa essere tradotto in tutte le lingue dei paesi in cui viene rappresentato.
“Vorrei rappresentare non soltanto l’opera, ma le condizioni storiche e politiche”, spiega Maddalena Maggi, regista e ideatrice del progetto, “in cui Stravinsky la compose, alla fine della Prima Guerra Mondiale, esiliato in una terra non sua, in grandi ambasce economiche a seguito della Rivoluzione d’Ottobre e colpito da lutti dolorosi; muoiono a pochi mesi di distanza la dama che lo aveva allevato e che viveva con lui in Svizzera e suo fratello, sotto le armi sul fronte rumeno, colpito dal tifo”.
La vicenda racconta di un soldato che torna a casa per una licenza, il diavolo lo blandisce e gli sottrae il violino in cambio di un libro che realizza ogni desiderio. Tre giorni di sogni fatti realtà, solo tre giorni, ma quando il soldato, senza il violino, arriva a casa, trova che sono passati tre anni, la sua donna si è sposata, il suo posto non c’è più. A che serve il denaro senza affetti? Tornato povero, il soldato riprende la strada del profugo, arriva nella terra governata da un re la cui figlia, malata, sposerà chi riuscirà a guarirla. Il soldato ha di nuovo il suo violino, riconquistato al diavolo con vodka e astuzia. La principessa è sedotta, danza un tango, un valzer e un ragtime, e cade fra le sue braccia. Sembra un lieto fine. Ma quando i due giovani si mettono in strada per raggiungere la patria del soldato, il diavolo li aspetta all’incrocio del destino per riprendersi violino e anima, e al soldato non resta che seguirlo a capo chino.
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